mercoledì 10 ottobre 2012

PARATISSIMA 2012, TORINO - G.C. By Giorgia Claire, Giancarlo Giordano, Corrado Grappeggia

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“G.C. è un ensemble ideale che i tre autori propongono rifacendosi alla similitudine delle iniziali dei loro nomi e cognomi. Un modo per creare un evento non esclusivamente all’insegna della pittura, giacchè i loro stili sono profondamente diversi, ma per suggellare un’amicizia ed un incedere operativo che dura da tempo e permette loro di maturare costantemente grazie allo scambio di idee e sistemi operativi. Pittori conosciutissimi in tutto il Piemonte ed oltre i suoi confini (Grappeggia e Giordano sono attualmente presenti nella grande mostra del Museo “Le Carceri” di Asiago che spazia dal ‘500 ai giorni nostri ed annovera firme quali Rembrandt, Favretto, Fattori, de Chirico, Picasso ed altri nomi di target internazionale) mentre Claire ha ottenuto riconoscimenti internazionali con svariate presenze in personali e collettive europee di livello pubblico e privato.
Nel proprio comporre Giorgia Claire procede con tramite sottili e linee parallele che paiono un marchio, richiamando ad un ordine mentale, ad un’armonia suprema che scandisce l’eterno fluire della vita. A cominciare dai vibranti ammassi cromatici che rimandano alla materia cosmica primordiale squarciata da luci improvvise, liquefatta dall’abbagliante calore scaturito da globi e geometrie incandescenti. Quei “graffi dell’anima”, quasi simboli del vissuto, affiorano dai frammenti della nostra esistenza e si ripetono in numero preciso, evocando un concetto rinascimentale o trasformandosi in revisioni temporali alla Bergson dove i colori accompagnano l'osservatore nella ricomposizione dell'idea creatrice ed accendono ricordi ed emozioni che l’artista “orchestra” su un supporto matematicamente calcolato, a testimoniare la sua formazione universitaria. Ne derivano suggestive composizioni ordinate in modo mai casuale, bensì rispondenti ad una meditata ricerca che parte dalla realtà quotidiana per seguire i ritmi di un sentire interiore intenso, spontaneo, appassionato, che unisce riflessione e istintualità. Giancarlo Giordano, aprezzato pittore racconigese di lungo corso, moderno interprete di ataviche tematiche, si rivela, con i suoi lavori, un realista del sogno. Infatti se un elemento di realismo molto forte compare nella sua espressione e segna la durezza della realtà poi si aggiunge il sogno, che è un sogno brutto e bello, tanto da portare a definire Giancarlo un surrealista padano ed accostarlo a quel genio assoluto, spigoloso ed altrettanto padano che è stato Cosmè Tura. Tutto questo per dire che si tratta di un artista di grande cultura, di grande sensibilità e di grande autonomia: qualunque cosa dipinga, è un uomo unico che pensa prima di dipingere e la sua creazione diventa una conseguenza del pensiero. Sono dei trattati, i suoi dipinti, in cui c’è un’idea: è quindi pittura filosofica, pittura surrealista, Pittura alchemica, perché sempre c’è nel sogno un pensiero, che è un pensiero libertario. L 'uomo, la donna, eros e tanathos, la critica sociale, la natura, a volte l'incommensurabile ed il divino sono le tematiche predilette dell'autore il quale, prima di essere un affabulatore di immagini avvicinabili ad interpretazioni munchiane o noldiane, è soprattutto l'artefice di un segno  e di una tavolozza la cui espressività si fa narrazione concretamente ancorata ad una realtà del tutto riconoscibile.
Infine nei lavori di Corrado Grappeggia pittura, musica e letteratura si compenetrano totalmente. La pittura, in particolare,si carica di segni e significanti che riportano ad una composizione rigorosa ed a soggetti prediletti, come le figure maschili e femminli, dal titolo più che connotativo. Il tutto legato, naturalmente, ad una curiosità incessante, ad un peregrinare continuo, ad un desiderio profondo di riuscire a cogliere in quanto lo circonda il lato oscuro e quello illuminato, la drammaticità e l’allegria velate sempre, queste ultime, da una sana rilettura comico-satirica. Ed il  tutto raccolto nella modernità figurativa, nella correttezza e nell’equilibrio della sintesi formale; in una parola nella civiltà della sua pittura. Specie per la vitalità delle immagini che nascono dai colori caldi (i colori del sole, del sud, del mediterraneo). E di colori caldi si nutrono, in particolare, le figure dell’artista, vero fulcro di una produzione ora dal sapore boteriano, ora come volumetrie di primitive fertilità, ora trattate alla Paolo Magnani, ora riportate al pensiero di un Tintoretto di “Susanna ed i vecchioni” che fanno esplodere la carne, il sangue ed il cervello. Nel globale G.C. propone un “Terzetto” particolare che assembla albedo, rubedo e nigredo di atavica filosofia in un discorso più unico che raro ricco di mille sfaccettature, di simbologie contemporanee e di grande piacevolezza.”                                                       

A firma del
Prof. Giorgio Barberis, Critico d’Arte (www.giorgiobarberiscriticodarte.blogspot.com)

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